Il mentoring per lo sviluppo delle competenze e del business
Il Mentoring è una relazione individuale (“one to one”) tra un soggetto con esperienza (Mentor) ed uno con meno esperienza (Mentee), finalizzata allo sviluppo di specifiche competenze in ambito formativo, lavorativo e/o sociale.
L'uso di questa pratica ha origini molto antiche. La stessa parola trova origine nella figura di Mentore nell'Odissea di Omero. Mentore (gr. Μέντωρ) personaggio dell’Odissea: figlio dell’itacese Alcimo, amico fedele di Ulisse, che partendo per Troia gli affida la casa e la famiglia. Nel corso del poema, la Dea Atena assume la figura di Mentore, specialmente per accompagnare Telemaco e per aiutare Ulisse nella lotta finale contro i Proci.
Il Mentoring è una metodologia ampiamente diffusa nel mondo anglosassone. Negli ultimi 5-7 anni è stato fatto molto in Europa ed in particolare in Spagna, Francia, Italia, Lettonia, per introdurre la metodologia del Mentoring in diversi settori, dal sociale, alle aziende, dall’auto-imprenditoria, al mercato del lavoro, dalle Università alle Scuole. (Fonte: Progetto Empire. http://www.filprato.it).
Si attua attraverso la costruzione di un rapporto, in un periodo di tempo definito, che si prefigura come un percorso di apprendimento guidato, in cui il Mentor offre supporto per individuare e per far emergere lo sviluppo di specifiche competenze o capacità inespresse o per facilitare la comprensione di specifiche organizzazioni, aziende o del mercato del lavoro.
Il rapporto di Mentoring presuppone l’elaborazione di un piano di sviluppo professionale e formativo personalizzato, che sia “professionalizzante” ed “empowering”.
Il Mentee definisce un percorso di sviluppo con il Personal Mentor, stipulando il “Patto di Mentorship”, in cui sono analizzate e definite le aree di intervento nel rapporto di Mentoring e gli obiettivi perseguiti, in modo personalizzato.
Il percorso di Mentoring è utile per lo sviluppo delle capacità e competenze personali, ma anche per essere affiancati in caso di sviluppo di nuovi progetti.
Il Mentoring è una relazione individuale (“one to one”) tra un soggetto con esperienza (Mentor) ed uno con meno esperienza (Mentee), finalizzata allo sviluppo di specifiche competenze in ambito formativo, lavorativo e/o sociale.
L'uso di questa pratica ha origini molto antiche. La stessa parola trova origine nella figura di Mentore nell'Odissea di Omero. Mentore (gr. Μέντωρ) personaggio dell’Odissea: figlio dell’itacese Alcimo, amico fedele di Ulisse, che partendo per Troia gli affida la casa e la famiglia. Nel corso del poema, la Dea Atena assume la figura di Mentore, specialmente per accompagnare Telemaco e per aiutare Ulisse nella lotta finale contro i Proci.
Il Mentoring è una metodologia ampiamente diffusa nel mondo anglosassone. Negli ultimi 5-7 anni è stato fatto molto in Europa ed in particolare in Spagna, Francia, Italia, Lettonia, per introdurre la metodologia del Mentoring in diversi settori, dal sociale, alle aziende, dall’auto-imprenditoria, al mercato del lavoro, dalle Università alle Scuole. (Fonte: Progetto Empire. http://www.filprato.it).
Si attua attraverso la costruzione di un rapporto, in un periodo di tempo definito, che si prefigura come un percorso di apprendimento guidato, in cui il Mentor offre supporto per individuare e per far emergere lo sviluppo di specifiche competenze o capacità inespresse o per facilitare la comprensione di specifiche organizzazioni, aziende o del mercato del lavoro.
Il rapporto di Mentoring presuppone l’elaborazione di un piano di sviluppo professionale e formativo personalizzato, che sia “professionalizzante” ed “empowering”.
Il Mentee definisce un percorso di sviluppo con il Personal Mentor, stipulando il “Patto di Mentorship”, in cui sono analizzate e definite le aree di intervento nel rapporto di Mentoring e gli obiettivi perseguiti, in modo personalizzato.
Il percorso di Mentoring è utile per lo sviluppo delle capacità e competenze personali, ma anche per essere affiancati in caso di sviluppo di nuovi progetti.
Lettera di presentazione: consigli e modalità di personalizzazione
La lettera di presentazione è il documento che accompagna il curriculum, sia esso scritto secondo lo standard europeo (Europass), che in formato classico (vedi sotto l'articolo dedidicato all'EUROPASS).
Essendo il mezzo attraverso cui fornire informazioni sulla propria persona, inclusi quegli aspetti che non possono essere espressi nel curriculum, la lettera di presentazione è lo strumento che permette di personalizzare al massimo la propria candidatura.
Come suggerisce appunto il nome, è una lettera, di forma più spontanea e meno schematica del curriculum, che viene inviata direttamente ad un soggetto specifico dell'azienda o dell'organizzazione a cui ci si rivolge (che sia esso il Direttore del personale o una figura responsabile della selezione).
Ancor più del curriculum vitae, la lettera di presentazione deve fornire i tratti principali della propria personalità, delle proprie determinazioni e motivazioni (senza ripetere ciò che viene dettagliato nel CV). Deve poter stimolare l'interesse del selezionatore e far emergere le ragioni per cui l'azienda dovrebbe essere interessata alla candidatura.
Per tali ragioni si consiglia di non usare un linguaggio burocratico. È preferibile uno stile formale, elegante e brillante, capace di far emergere le peculiarità ed i punti di forza della propria persona, eventualmente osando un po' di più rispetto al curriculum.
Se è consigliabile tenere pronti modelli diversi di curriculum vitae - da adattare alle diverse necessità -per la lettera di presentazione è preferibile preparare una traccia principale da adeguare ai diversi destinatari, arricchendola, di volta in volta, con riferimenti specifici alla posizione per cui ci si propone.
Questa è la sede opportuna per mettere in luce le aspettative e gli obiettivi professionali, fornendo una descrizione sintetica ed efficace del ruolo e delle competenze maturate (il curriculum fornirà poi i dettagli del percorso formativo e lavorativo).
In altre parole, la lettera di presentazione deve poter rispondere alle seguenti domande:
- Chi siete e che ruolo ricoprite?
- Quali sono i vostri obiettivi di crescita professionale e quali sono le vostre motivazioni?
- Quali capacità avete?
- Perché vi candidate per la posizione?
- Per quale motivo l'azienda o l'organizzazione dovrebbe essere interessata alla vostra candidatura?
- Siete disponibili alle trasferte o a trasferirvi in modo stabile? (da inserire compatibilmente alla posizione per cui ci si candidata).
Sebbene la lettera di presentazione debba rispecchiare la propria personalità, senza seguire standard o schemi particolari, è necessario tenere a mente alcune regole primarie.
La lettera:
1) nell'intestazione deve contenere:
- la data,
- i propri riferimenti principali (nome e cognome, residenza e recapiti telefonici),
- i riferimenti dell'azienda o dell'organizzazione. Sarebbe meglio indirizzarla ad una persona specifica (i riferimenti si possono trovare su pubblicazioni dedicate – es. career book - o su internet); tuttavia, qualora non fosse possibile individuarla, si usa far riferimento ad un ruolo della funzione Risorse Umane che presumibilmente si occupi della selezione (es. Direttore del Personale, Responsabile Risorse Umane, Responsabile della Selezione, ecc.);
2) non deve mai essere più lunga di un foglio A4;
3) va scritta in prima persona;
4) deve essere firmata;
5) deve avere l'autorizzazione al trattamento dei dati.
Alcuni suggerimenti:
Qualora la propria candidatura fosse inviata per e-mail, il contenuto della lettera di presentazione può essere inserito nel corpo della e-mail stessa, inviando in allegato il Curriculum Vitae.
La lettera va scritta a computer. Deve essere manoscritta solo quanto specificatamente richiesto; in tal caso è molto probabile che l'azienda proceda con un esame grafologico.
Qualora si risponda ad un annuncio di ricerca lavoro è necessario inserire il riferimento o la fonte relativa. Nei casi in cui la candidatura sia spontanea, è opportuno spiegare le ragioni che hanno spinto a contattare l'azienda o l'organizzazione.
Athena
La lettera di presentazione è il documento che accompagna il curriculum, sia esso scritto secondo lo standard europeo (Europass), che in formato classico (vedi sotto l'articolo dedidicato all'EUROPASS).
Essendo il mezzo attraverso cui fornire informazioni sulla propria persona, inclusi quegli aspetti che non possono essere espressi nel curriculum, la lettera di presentazione è lo strumento che permette di personalizzare al massimo la propria candidatura.
Come suggerisce appunto il nome, è una lettera, di forma più spontanea e meno schematica del curriculum, che viene inviata direttamente ad un soggetto specifico dell'azienda o dell'organizzazione a cui ci si rivolge (che sia esso il Direttore del personale o una figura responsabile della selezione).
Ancor più del curriculum vitae, la lettera di presentazione deve fornire i tratti principali della propria personalità, delle proprie determinazioni e motivazioni (senza ripetere ciò che viene dettagliato nel CV). Deve poter stimolare l'interesse del selezionatore e far emergere le ragioni per cui l'azienda dovrebbe essere interessata alla candidatura.
Per tali ragioni si consiglia di non usare un linguaggio burocratico. È preferibile uno stile formale, elegante e brillante, capace di far emergere le peculiarità ed i punti di forza della propria persona, eventualmente osando un po' di più rispetto al curriculum.
Se è consigliabile tenere pronti modelli diversi di curriculum vitae - da adattare alle diverse necessità -per la lettera di presentazione è preferibile preparare una traccia principale da adeguare ai diversi destinatari, arricchendola, di volta in volta, con riferimenti specifici alla posizione per cui ci si propone.
Questa è la sede opportuna per mettere in luce le aspettative e gli obiettivi professionali, fornendo una descrizione sintetica ed efficace del ruolo e delle competenze maturate (il curriculum fornirà poi i dettagli del percorso formativo e lavorativo).
In altre parole, la lettera di presentazione deve poter rispondere alle seguenti domande:
- Chi siete e che ruolo ricoprite?
- Quali sono i vostri obiettivi di crescita professionale e quali sono le vostre motivazioni?
- Quali capacità avete?
- Perché vi candidate per la posizione?
- Per quale motivo l'azienda o l'organizzazione dovrebbe essere interessata alla vostra candidatura?
- Siete disponibili alle trasferte o a trasferirvi in modo stabile? (da inserire compatibilmente alla posizione per cui ci si candidata).
Sebbene la lettera di presentazione debba rispecchiare la propria personalità, senza seguire standard o schemi particolari, è necessario tenere a mente alcune regole primarie.
La lettera:
1) nell'intestazione deve contenere:
- la data,
- i propri riferimenti principali (nome e cognome, residenza e recapiti telefonici),
- i riferimenti dell'azienda o dell'organizzazione. Sarebbe meglio indirizzarla ad una persona specifica (i riferimenti si possono trovare su pubblicazioni dedicate – es. career book - o su internet); tuttavia, qualora non fosse possibile individuarla, si usa far riferimento ad un ruolo della funzione Risorse Umane che presumibilmente si occupi della selezione (es. Direttore del Personale, Responsabile Risorse Umane, Responsabile della Selezione, ecc.);
2) non deve mai essere più lunga di un foglio A4;
3) va scritta in prima persona;
4) deve essere firmata;
5) deve avere l'autorizzazione al trattamento dei dati.
Alcuni suggerimenti:
Qualora la propria candidatura fosse inviata per e-mail, il contenuto della lettera di presentazione può essere inserito nel corpo della e-mail stessa, inviando in allegato il Curriculum Vitae.
La lettera va scritta a computer. Deve essere manoscritta solo quanto specificatamente richiesto; in tal caso è molto probabile che l'azienda proceda con un esame grafologico.
Qualora si risponda ad un annuncio di ricerca lavoro è necessario inserire il riferimento o la fonte relativa. Nei casi in cui la candidatura sia spontanea, è opportuno spiegare le ragioni che hanno spinto a contattare l'azienda o l'organizzazione.
Athena
Curriculum Vitae: istruzioni per l'uso
La redazione o revisione (per chi ha già esperienza) e l’invio del Curriculum Vitae (CV), spesso accompagnato dalla lettera di presentazione, è sicuramente la prima azione che si intraprende quando si decide di cambiare lavoro.
Questi due documenti sono il biglietto da visita da presentare alle aziende e alle organizzazioni cui si intende sottoporre la propria candidatura.
La prima domanda che ci si pone è se inviare il c.d. Europass (cv in formato europeo - si veda l'articolo specifico), oppure procedere con la redazione ed invio del curriculum “tradizionale”.
In alcuni processi di selezione è richiesto esplicitamente di presentare l’Europass, ma il primo consiglio è di procedete con l’invio del curriculum “tradizionale” dove non ci siano particolari riferimenti a questo formato.
Prima di cominciare l’analisi della struttura e della forma del CV “tradizionale”, è importante tenere sempre a mente che i professionisti della selezione spesso si trovano a dover esaminare centinaia di curricula in poco tempo. Il proprio “biglietto da visita”, dunque, dovrà fornire quante più informazioni in modo efficace e sintetico, ma anche chiaro e leggibile. È importante che, oltre al percorso formativo e professionale, emergano anche le vostre attitudini e capacità.
In particolare, è consigliabile un CV con non più di 2 pagine, fatta eccezione per esperienze lavorative pluriennali, per cui valgono comunque le stesse regole. In caso di selezioni massicce, le aziende potrebbero addirittura richiedere di condensare le esperienze professionali in un’unica pagina.
Non esiste una formula magica per redigere un curriculum ed una lettera di presentazione perfetti. È invece importante che entrambi siano curati in ogni dettaglio (in termini grafici, di struttura e di contenuti) e, soprattutto, che siano in grado di mettere in luce quegli aspetti che possano essere di maggiore interesse per l’azienda e/o organizzazione a cui vengono sottoposti.
Tenendo dunque a mente che sarà necessario adattare il proprio cv (e lettera di presentazione) coerentemente al tipo di lavoro che state cercando, sarà utile seguire alcuni consigli.
Non esiste una struttura standard da seguire per la redazione del CV “tradizionale”, ma sicuramente ci sono alcune informazioni che non possono essere omesse. In termini generali, di seguito sono elencati i campi da prendere in considerazione.
Dati anagrafici
I dati anagrafici sono i più importanti, servono ai selezionatori per i primi contatti e per fissare i colloqui: debbono essere visibili e chiari.
Non dovrà mancare il nome e cognome, il luogo, la data di nascita e tutti i recapiti. Lo stato civile non è invece obbligatorio. In base al lavoro a cui si sottopone la candidatura, potrebbe essere utile fornire indicazione sul tipo di patente posseduta.
Esperienze formative
E' importante indicare le esperienze formative significative e quei titoli che rendano interessante la candidatura. Soprattutto qualora il percorso formativo sia piuttosto lungo, è consigliabile omettere le scuole dell’obbligo per dare risalto alle esperienze di studi più recenti, strutturandole in ordine cronologico. Per ogni titolo di studio acquisito, specificare:
- la Facoltà, l’Università o l’Ente;
- il periodo in cui sono stati svolti gli studi;
- le eventuali certificazioni ottenute.
Il voto finale è sempre consigliabile metterlo, a meno che non sia troppo basso. Qualora si eviti di indicarlo, bisogna comunque tenere a mente che ci sono buone possibilità di insospettire ed incuriosire il selezionatore (che eventualmente potrebbe approfondire l’argomento in sede di colloquio).
In questo campo è importante specificare se il percorso di studi si sia concluso con uno stage o abbia previsto esperienze all’estero.
Esperienze professionale
Questa sezione è ovviamente l’area del CV più importante. Soprattutto coloro che non hanno molta esperienza, non dovrebbero tralasciare eventuali lavori stagionali od occasionali svolti durante gli studi. Anche se non coerenti al settore in cui si sottopone la propria candidatura, sono sicuramente indizi di determinazione e di approccio propositivo.
Coloro che, viceversa, hanno un’esperienza professionale consistente, debbono accertarsi di mettere in luce quelle esperienze maggiormente qualificanti per la posizione a cui si propone. In entrambi i casi, come per la formazione, è sempre consigliabile partire dall’esperienza più recente e procedere in ordine cronologico.
Per ognuno dei lavori svolti, le informazioni da fornire sempre sono le seguenti:
- il periodo temporale di riferimento;
- la società;
- la posizione ricoperta;
- le mansioni svolte;
- i riporti gerarchici.
Il contratto lavorativo ed il relativo livello sono generalmente elementi da richiamare.
Coloro che hanno avuto responsabilità di coordinamento, dovrebbero indicare le risorse gestite (economiche ed umane).
Il consiglio è di non mentire mai sulle attività lavorative svolte, anche se è sicuramente ammesso renderle visibili ed interessanti al vostro selezionatore.
Bisogna sempre tenere a mente che “il mondo è piccolo" ed è facile procedere a verifiche su quanto dichiarato, seppur nel rispetto della privacy. In questi casi più che mai, è vero il detto che “le bugie hanno le gambe corte”!!.
In altre parole, un po’ di promozioni di sé stessi è consigliabile, le menzogne sono assolutamente da evitare.
Lingue straniere
Questa e la sezione che tipicamente crea i maggiori imbarazzi sull’attribuzione del livello di conoscenza della lingua. Anche qui il primo consiglio è di essere onesti.
Provate a darvi una valutazione per ognuna delle lingue che parlate tra il sufficiente, discreto, buono, ottimo e fluente (per chi parla correntemente, ma non è madrelingua). Non bisogna svalutarsi, ma neanche esagerare. Nel processo di selezione possono essere facilmente previste prove di conversazione o test.
In questa sede è consigliabile inserire corsi di lingua, esperienze all’estero e le relative certificazioni ottenute.
Conoscenze informatiche
In questa sezione vengono indicati i programmi utilizzati ed il software conosciuto. Si consiglia di cominciare con i programmi più diffusi, come ad esempio il pacchetto office (word, excel, power point ed access) e poi indicare quelli più specifici.
È invece sconsigliabile indicare l’uso della posta elettronica od internet, che sono dati per scontati.
Interessi extra-professionali ed hobby
Molti credono che fornire indicazioni sui propri hobby o interessi extra-professionali sia fuori luogo. Ritengo invece che questa sezione del CV sia sicuramente interessante, seppur da usare con parsimonia. Le attività svolte al di fuori dello studio o del lavoro, possono essere d’aiuto per far emergere attitudini personali ed inclinazioni di interesse nel settore professionale. Ad esempio, la pratica di sport come il calcio, il basket, la pallavolo sono sicuramente indizi di una personalità capace a lavorare in team.
Consenso alla legge sulla privacy
Non bisogna mai dimenticare l’autorizzazione al trattamento dei dati personali da apporre in calce al CV, con la formula “ Autorizzo il trattamento dei dati ai sensi del D. lgs. 196/03 e successive modifiche”
La foto
Solitamente non è consigliabile apporre la foto al proprio CV, a meno che non sia esplicitamente richiesto. Specialmente per la candidatura a certi lavori può risultare fuori luogo!
Qualora sia invece sollecitata, è bene inviarne con pose sobrie in ambientazioni neutre.
Qualora il CV sia inoltrato per posta elettronica è importante verificare che il formato della foto non appesantisca troppo il documento.
A questo punto potete iniziare con la redazione del vostro CV.
Buon lavoro
Athena
La redazione o revisione (per chi ha già esperienza) e l’invio del Curriculum Vitae (CV), spesso accompagnato dalla lettera di presentazione, è sicuramente la prima azione che si intraprende quando si decide di cambiare lavoro.
Questi due documenti sono il biglietto da visita da presentare alle aziende e alle organizzazioni cui si intende sottoporre la propria candidatura.
La prima domanda che ci si pone è se inviare il c.d. Europass (cv in formato europeo - si veda l'articolo specifico), oppure procedere con la redazione ed invio del curriculum “tradizionale”.
In alcuni processi di selezione è richiesto esplicitamente di presentare l’Europass, ma il primo consiglio è di procedete con l’invio del curriculum “tradizionale” dove non ci siano particolari riferimenti a questo formato.
Prima di cominciare l’analisi della struttura e della forma del CV “tradizionale”, è importante tenere sempre a mente che i professionisti della selezione spesso si trovano a dover esaminare centinaia di curricula in poco tempo. Il proprio “biglietto da visita”, dunque, dovrà fornire quante più informazioni in modo efficace e sintetico, ma anche chiaro e leggibile. È importante che, oltre al percorso formativo e professionale, emergano anche le vostre attitudini e capacità.
In particolare, è consigliabile un CV con non più di 2 pagine, fatta eccezione per esperienze lavorative pluriennali, per cui valgono comunque le stesse regole. In caso di selezioni massicce, le aziende potrebbero addirittura richiedere di condensare le esperienze professionali in un’unica pagina.
Non esiste una formula magica per redigere un curriculum ed una lettera di presentazione perfetti. È invece importante che entrambi siano curati in ogni dettaglio (in termini grafici, di struttura e di contenuti) e, soprattutto, che siano in grado di mettere in luce quegli aspetti che possano essere di maggiore interesse per l’azienda e/o organizzazione a cui vengono sottoposti.
Tenendo dunque a mente che sarà necessario adattare il proprio cv (e lettera di presentazione) coerentemente al tipo di lavoro che state cercando, sarà utile seguire alcuni consigli.
Non esiste una struttura standard da seguire per la redazione del CV “tradizionale”, ma sicuramente ci sono alcune informazioni che non possono essere omesse. In termini generali, di seguito sono elencati i campi da prendere in considerazione.
Dati anagrafici
I dati anagrafici sono i più importanti, servono ai selezionatori per i primi contatti e per fissare i colloqui: debbono essere visibili e chiari.
Non dovrà mancare il nome e cognome, il luogo, la data di nascita e tutti i recapiti. Lo stato civile non è invece obbligatorio. In base al lavoro a cui si sottopone la candidatura, potrebbe essere utile fornire indicazione sul tipo di patente posseduta.
Esperienze formative
E' importante indicare le esperienze formative significative e quei titoli che rendano interessante la candidatura. Soprattutto qualora il percorso formativo sia piuttosto lungo, è consigliabile omettere le scuole dell’obbligo per dare risalto alle esperienze di studi più recenti, strutturandole in ordine cronologico. Per ogni titolo di studio acquisito, specificare:
- la Facoltà, l’Università o l’Ente;
- il periodo in cui sono stati svolti gli studi;
- le eventuali certificazioni ottenute.
Il voto finale è sempre consigliabile metterlo, a meno che non sia troppo basso. Qualora si eviti di indicarlo, bisogna comunque tenere a mente che ci sono buone possibilità di insospettire ed incuriosire il selezionatore (che eventualmente potrebbe approfondire l’argomento in sede di colloquio).
In questo campo è importante specificare se il percorso di studi si sia concluso con uno stage o abbia previsto esperienze all’estero.
Esperienze professionale
Questa sezione è ovviamente l’area del CV più importante. Soprattutto coloro che non hanno molta esperienza, non dovrebbero tralasciare eventuali lavori stagionali od occasionali svolti durante gli studi. Anche se non coerenti al settore in cui si sottopone la propria candidatura, sono sicuramente indizi di determinazione e di approccio propositivo.
Coloro che, viceversa, hanno un’esperienza professionale consistente, debbono accertarsi di mettere in luce quelle esperienze maggiormente qualificanti per la posizione a cui si propone. In entrambi i casi, come per la formazione, è sempre consigliabile partire dall’esperienza più recente e procedere in ordine cronologico.
Per ognuno dei lavori svolti, le informazioni da fornire sempre sono le seguenti:
- il periodo temporale di riferimento;
- la società;
- la posizione ricoperta;
- le mansioni svolte;
- i riporti gerarchici.
Il contratto lavorativo ed il relativo livello sono generalmente elementi da richiamare.
Coloro che hanno avuto responsabilità di coordinamento, dovrebbero indicare le risorse gestite (economiche ed umane).
Il consiglio è di non mentire mai sulle attività lavorative svolte, anche se è sicuramente ammesso renderle visibili ed interessanti al vostro selezionatore.
Bisogna sempre tenere a mente che “il mondo è piccolo" ed è facile procedere a verifiche su quanto dichiarato, seppur nel rispetto della privacy. In questi casi più che mai, è vero il detto che “le bugie hanno le gambe corte”!!.
In altre parole, un po’ di promozioni di sé stessi è consigliabile, le menzogne sono assolutamente da evitare.
Lingue straniere
Questa e la sezione che tipicamente crea i maggiori imbarazzi sull’attribuzione del livello di conoscenza della lingua. Anche qui il primo consiglio è di essere onesti.
Provate a darvi una valutazione per ognuna delle lingue che parlate tra il sufficiente, discreto, buono, ottimo e fluente (per chi parla correntemente, ma non è madrelingua). Non bisogna svalutarsi, ma neanche esagerare. Nel processo di selezione possono essere facilmente previste prove di conversazione o test.
In questa sede è consigliabile inserire corsi di lingua, esperienze all’estero e le relative certificazioni ottenute.
Conoscenze informatiche
In questa sezione vengono indicati i programmi utilizzati ed il software conosciuto. Si consiglia di cominciare con i programmi più diffusi, come ad esempio il pacchetto office (word, excel, power point ed access) e poi indicare quelli più specifici.
È invece sconsigliabile indicare l’uso della posta elettronica od internet, che sono dati per scontati.
Interessi extra-professionali ed hobby
Molti credono che fornire indicazioni sui propri hobby o interessi extra-professionali sia fuori luogo. Ritengo invece che questa sezione del CV sia sicuramente interessante, seppur da usare con parsimonia. Le attività svolte al di fuori dello studio o del lavoro, possono essere d’aiuto per far emergere attitudini personali ed inclinazioni di interesse nel settore professionale. Ad esempio, la pratica di sport come il calcio, il basket, la pallavolo sono sicuramente indizi di una personalità capace a lavorare in team.
Consenso alla legge sulla privacy
Non bisogna mai dimenticare l’autorizzazione al trattamento dei dati personali da apporre in calce al CV, con la formula “ Autorizzo il trattamento dei dati ai sensi del D. lgs. 196/03 e successive modifiche”
La foto
Solitamente non è consigliabile apporre la foto al proprio CV, a meno che non sia esplicitamente richiesto. Specialmente per la candidatura a certi lavori può risultare fuori luogo!
Qualora sia invece sollecitata, è bene inviarne con pose sobrie in ambientazioni neutre.
Qualora il CV sia inoltrato per posta elettronica è importante verificare che il formato della foto non appesantisca troppo il documento.
A questo punto potete iniziare con la redazione del vostro CV.
Buon lavoro
Athena
Curriculum europeo (Europass): luci ed ombre sul suo utilizzo
Nei corsi di orientamento mi è stato più volte chiesto se sia meglio inviare il curriculum vitae tradizionale o quello in formato europeo, il c.d. EUROPASS (per le istruzioni di compilazione si rimanda al sito ufficiale https://europass.cedefop.europa.eu/it/documents/curriculum-vitae).
Nella mia esperienza l’Europass, pur dando il vantaggio di fornire uno standard condiviso in tutta Europa, rischia spesso di essere poco flessibile e schematico.
Per tale motivo, i professionisti del settore, che spesso si trovano a dover esaminare centinaia di curricula in poco tempo, non lo trovano di facile lettura.
Solitamente, infatti, si consiglia ai candidati di non presentare curriculum con più di 2 pagine (massimo 3, per esperienze lavorative pluriennali). In alcuni casi, le stesse aziende richiedono di condensare in un’unica pagina il percorso formativo e professionale.In quest’ottica, la difficoltà maggiore si presenta per coloro che hanno maturato una lunga esperienza di studi e/o lavorativa. Le persone con queste caratteristiche trovano, infatti, piuttosto difficile adattare il proprio excursus allo standard europeo.
Altra anomalia è data dal fatto che non è stato fornito un elenco standard, condiviso ed univoco, delle così dette capacità e competenze sociali, organizzative e tecniche (come accade invece per le conoscenze linguistiche). Tale mancanza rende confusa ed ambigua la descrizione del proprio profilo.
Come ultima considerazione, posso dire che l'analisi della forma e della modalità di redazione del curriculum rappresentano i primi indizi di valutazione del candidato. In altre parole, la lettura del cv permette ai professionisti di formulare una prima ipotesi, da verificare in sede di colloquio, non solo sulle competenze professionali, ma anche sulle caratteristiche personali.
L’Europass, essendo strutturato secondo regole e modalità predefinite, non permette di esprimere a pieno la propria personalità, che invece è più facilmente "intellegibile" nel curriculum redatto secondo i criteri tradizionali.
In base a tali considerazioni, il consiglio è di predisporre entrambi i formati, utilizzando l’Europass dove esplicitamente richiesto e/o per candidature europee. Per il resto è preferibile procedete con l’invio del curriculum e della lettera di presentazione redatti secondo i criteri tradizionali.
Per concludere, ricordo che è fondamentale adattare il curriculum e la lettera di presentazione all’utilizzo da fare ed agli obiettivi da raggiungere.
Athena
Nei corsi di orientamento mi è stato più volte chiesto se sia meglio inviare il curriculum vitae tradizionale o quello in formato europeo, il c.d. EUROPASS (per le istruzioni di compilazione si rimanda al sito ufficiale https://europass.cedefop.europa.eu/it/documents/curriculum-vitae).
Nella mia esperienza l’Europass, pur dando il vantaggio di fornire uno standard condiviso in tutta Europa, rischia spesso di essere poco flessibile e schematico.
Per tale motivo, i professionisti del settore, che spesso si trovano a dover esaminare centinaia di curricula in poco tempo, non lo trovano di facile lettura.
Solitamente, infatti, si consiglia ai candidati di non presentare curriculum con più di 2 pagine (massimo 3, per esperienze lavorative pluriennali). In alcuni casi, le stesse aziende richiedono di condensare in un’unica pagina il percorso formativo e professionale.In quest’ottica, la difficoltà maggiore si presenta per coloro che hanno maturato una lunga esperienza di studi e/o lavorativa. Le persone con queste caratteristiche trovano, infatti, piuttosto difficile adattare il proprio excursus allo standard europeo.
Altra anomalia è data dal fatto che non è stato fornito un elenco standard, condiviso ed univoco, delle così dette capacità e competenze sociali, organizzative e tecniche (come accade invece per le conoscenze linguistiche). Tale mancanza rende confusa ed ambigua la descrizione del proprio profilo.
Come ultima considerazione, posso dire che l'analisi della forma e della modalità di redazione del curriculum rappresentano i primi indizi di valutazione del candidato. In altre parole, la lettura del cv permette ai professionisti di formulare una prima ipotesi, da verificare in sede di colloquio, non solo sulle competenze professionali, ma anche sulle caratteristiche personali.
L’Europass, essendo strutturato secondo regole e modalità predefinite, non permette di esprimere a pieno la propria personalità, che invece è più facilmente "intellegibile" nel curriculum redatto secondo i criteri tradizionali.
In base a tali considerazioni, il consiglio è di predisporre entrambi i formati, utilizzando l’Europass dove esplicitamente richiesto e/o per candidature europee. Per il resto è preferibile procedete con l’invio del curriculum e della lettera di presentazione redatti secondo i criteri tradizionali.
Per concludere, ricordo che è fondamentale adattare il curriculum e la lettera di presentazione all’utilizzo da fare ed agli obiettivi da raggiungere.
Athena
ll Primo Colloquio
Non è mai facile iniziare… la certezza di aver fatto sempre il proprio dovere, di aver superato al meglio tutte le prove ed i mille discorsi, provati e riprovati nella stanza il giorno prima dell’incontro, potrebbero non bastare a prevenire quella sensazione di inadeguatezza che si prova poco prima di iniziare!
Non credo ci siano approcci migliori o peggiori per affrontare il colloquio. Il segreto sta nel non perdersi mai d’animo, soprattutto se si è alle prime armi; con il tempo, l’esperienza aiuta ad affinare il proprio stile e la pratica rende sicuri.
Ci sono, tuttavia, una serie di consigli che possono essere d'aiuto, soprattutto per chi è all'inizio della carriera professionale. Ecco qualche suggerimento per affrontare situazioni di questo tipo.
…"Mi parli di lei"
Classicamente il colloquio comincia con una domanda tipo: “mi parli di lei”; di solito non sono fornite altre indicazioni o schemi da seguire. Un inizio di questo genere potrebbe disorientare: "cosa vorrà mai sapere il nostro intervistatore?". Presentarsi in poco tempo, fornendo i tratti salienti delle proprie capacità ed esperienze è sempre difficile.
Per evitare di farvi cogliere alla sprovvista, preparate prima il vostro colloquio!
Tracciate uno schema, un “canovaccio” sintetico ed efficace su cui impostare la vostra presentazione. Potete cominciare presentando il percorso di studi e, chi ne ha, proseguire con le esperienze lavorative. In entrambi i casi, è importate riepilogare le competenze, le attitudini e le abilità possedute.
Non dimenticate mai di evidenziare quelle esperienze lavorative che, in qualche modo, possano evidenziare l'intraprendenza, la determinazione ed i punti di forza della vostra persona.
Qualora invece non abbiate ancora avuto occasione di misurarvi con il mondo del lavoro, è importante presentare al meglio il percorso di studi e le motivazioni che hanno influito sulle vostre scelte.
Che abbiate esperienza oppure no, è importante mettere in luce le aspirazioni, le attitudini e le capacità che ritenete di avere per perseguire i vostri obiettivi professionali.
Non esagerate nelle modalità di presentazione. Non siate mai né modesti né supponenti, ma onesti e sinceri e, soprattutto, oggettivi e concreti.
Potrebbe tornare utile qualche esempio a supporto delle vostre affermazioni: se ritenete di essere adatti al lavoro di squadra, ad esempio, raccontate un episodio o una situazione in cui avete avuto modo di mostrare questa capacità. Le vostre affermazioni saranno più credibili!
Siate sintetici ed efficaci nella presentazione
Ricordate che è importante esporre in modo sintetico, chiaro ed efficace le esperienze maturate: chi ascolta ha poco tempo a disposizione per formulare un giudizio su di voi e sarà attento a tutti i particolari. Non distraetelo con informazioni poco rilevanti, andate dritti al sodo e catturate la sua attenzione su ciò che ritenete sia importante per convincerlo che VOI, proprio VOI, siete il candidato perfetto.
Interessi che parlano di voi
Può essere d’aiuto citare gli sport o gli hobby che praticate per confermare o far riferimento alle vostre abilità e capacità.
Durante il mio primo colloquio, ad esempio, il selezionatore volle sapere se praticassi qualche sport. Inizialmente pensai che questo tipo d’informazione fosse totalmente estranea alle competenze lavorative. Ho dovuto, però, ricredermi quando mi chiarì in che modo lo sport (al tempo praticavo atletica leggera) contribuisse a sviluppare capacità rilevanti anche sotto l'aspetto professionale (ad esempio la determinazione e l’orientamento agli obiettivi).
A distanza di anni e dopo tanti colloqui tenuti in qualità di responsabile della selezione, ho capito che il mio primo “carnefice” aveva davvero ragione: sport ed hobby sono spesso un indizio molto importante per comprendere il profilo del candidato!
Raccogliete informazioni sull'azienda o sull'organizzazione a cui sottoponete la candidatura
Altro elemento di primaria importanza è la conoscenza dell’organizzazione che vi sta per selezionare. Cercate di ottenete quante più informazioni sul vostro potenziale datore di lavoro. Guardare il sito istituzionale su Internet è sicuramente un grande aiuto ed un ottimo punto di partenza. Quando possibile, non perdete l’occasione di ottenere ulteriori indicazioni da parenti, amici o conoscenti. Questo tipo d’indagine sarà d’aiuto per adeguare al meglio il modo di presentarvi.
Se, ad esempio, dovete affrontare un colloquio con una società di consulenza, è importante mettere in risalto le capacità relazionali e di spirito di squadra, la disponibilità a viaggiare e così via. In questo caso, come in altri, non mancate di curare anche il vostro abbigliamento e comportamento.
Sempre nell'esempio delle società di consulenza, elementi di questo genere non sono marginali, ma essenziali nel contatto e nella gestione del cliente!
Un’ultima raccomandazione
Alcuni selezionatori credono che, per testarne al meglio i tratti caratteriali, sia necessario porre il candidato in "zona stress". Nel caso dovesse capitare anche a voi un rappresentante di questa scuola di pensiero, non fatevi intimidire dal suo atteggiamento poco accomodante. Mostrate sicurezza e sangue freddo: il vostro interlocutore sta semplicemente mettendo alla prova le vostre reazioni!
A questo punto siete pronti per cominciare... In bocca al lupo!
Athena
Non è mai facile iniziare… la certezza di aver fatto sempre il proprio dovere, di aver superato al meglio tutte le prove ed i mille discorsi, provati e riprovati nella stanza il giorno prima dell’incontro, potrebbero non bastare a prevenire quella sensazione di inadeguatezza che si prova poco prima di iniziare!
Non credo ci siano approcci migliori o peggiori per affrontare il colloquio. Il segreto sta nel non perdersi mai d’animo, soprattutto se si è alle prime armi; con il tempo, l’esperienza aiuta ad affinare il proprio stile e la pratica rende sicuri.
Ci sono, tuttavia, una serie di consigli che possono essere d'aiuto, soprattutto per chi è all'inizio della carriera professionale. Ecco qualche suggerimento per affrontare situazioni di questo tipo.
…"Mi parli di lei"
Classicamente il colloquio comincia con una domanda tipo: “mi parli di lei”; di solito non sono fornite altre indicazioni o schemi da seguire. Un inizio di questo genere potrebbe disorientare: "cosa vorrà mai sapere il nostro intervistatore?". Presentarsi in poco tempo, fornendo i tratti salienti delle proprie capacità ed esperienze è sempre difficile.
Per evitare di farvi cogliere alla sprovvista, preparate prima il vostro colloquio!
Tracciate uno schema, un “canovaccio” sintetico ed efficace su cui impostare la vostra presentazione. Potete cominciare presentando il percorso di studi e, chi ne ha, proseguire con le esperienze lavorative. In entrambi i casi, è importate riepilogare le competenze, le attitudini e le abilità possedute.
Non dimenticate mai di evidenziare quelle esperienze lavorative che, in qualche modo, possano evidenziare l'intraprendenza, la determinazione ed i punti di forza della vostra persona.
Qualora invece non abbiate ancora avuto occasione di misurarvi con il mondo del lavoro, è importante presentare al meglio il percorso di studi e le motivazioni che hanno influito sulle vostre scelte.
Che abbiate esperienza oppure no, è importante mettere in luce le aspirazioni, le attitudini e le capacità che ritenete di avere per perseguire i vostri obiettivi professionali.
Non esagerate nelle modalità di presentazione. Non siate mai né modesti né supponenti, ma onesti e sinceri e, soprattutto, oggettivi e concreti.
Potrebbe tornare utile qualche esempio a supporto delle vostre affermazioni: se ritenete di essere adatti al lavoro di squadra, ad esempio, raccontate un episodio o una situazione in cui avete avuto modo di mostrare questa capacità. Le vostre affermazioni saranno più credibili!
Siate sintetici ed efficaci nella presentazione
Ricordate che è importante esporre in modo sintetico, chiaro ed efficace le esperienze maturate: chi ascolta ha poco tempo a disposizione per formulare un giudizio su di voi e sarà attento a tutti i particolari. Non distraetelo con informazioni poco rilevanti, andate dritti al sodo e catturate la sua attenzione su ciò che ritenete sia importante per convincerlo che VOI, proprio VOI, siete il candidato perfetto.
Interessi che parlano di voi
Può essere d’aiuto citare gli sport o gli hobby che praticate per confermare o far riferimento alle vostre abilità e capacità.
Durante il mio primo colloquio, ad esempio, il selezionatore volle sapere se praticassi qualche sport. Inizialmente pensai che questo tipo d’informazione fosse totalmente estranea alle competenze lavorative. Ho dovuto, però, ricredermi quando mi chiarì in che modo lo sport (al tempo praticavo atletica leggera) contribuisse a sviluppare capacità rilevanti anche sotto l'aspetto professionale (ad esempio la determinazione e l’orientamento agli obiettivi).
A distanza di anni e dopo tanti colloqui tenuti in qualità di responsabile della selezione, ho capito che il mio primo “carnefice” aveva davvero ragione: sport ed hobby sono spesso un indizio molto importante per comprendere il profilo del candidato!
Raccogliete informazioni sull'azienda o sull'organizzazione a cui sottoponete la candidatura
Altro elemento di primaria importanza è la conoscenza dell’organizzazione che vi sta per selezionare. Cercate di ottenete quante più informazioni sul vostro potenziale datore di lavoro. Guardare il sito istituzionale su Internet è sicuramente un grande aiuto ed un ottimo punto di partenza. Quando possibile, non perdete l’occasione di ottenere ulteriori indicazioni da parenti, amici o conoscenti. Questo tipo d’indagine sarà d’aiuto per adeguare al meglio il modo di presentarvi.
Se, ad esempio, dovete affrontare un colloquio con una società di consulenza, è importante mettere in risalto le capacità relazionali e di spirito di squadra, la disponibilità a viaggiare e così via. In questo caso, come in altri, non mancate di curare anche il vostro abbigliamento e comportamento.
Sempre nell'esempio delle società di consulenza, elementi di questo genere non sono marginali, ma essenziali nel contatto e nella gestione del cliente!
Un’ultima raccomandazione
Alcuni selezionatori credono che, per testarne al meglio i tratti caratteriali, sia necessario porre il candidato in "zona stress". Nel caso dovesse capitare anche a voi un rappresentante di questa scuola di pensiero, non fatevi intimidire dal suo atteggiamento poco accomodante. Mostrate sicurezza e sangue freddo: il vostro interlocutore sta semplicemente mettendo alla prova le vostre reazioni!
A questo punto siete pronti per cominciare... In bocca al lupo!
Athena